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Il rientro a casa col bebe riflessioni di una puericultrice

Il rientro a casa col bebè. Riflessioni di una puericultrice.

Il rientro a casa col bebè. Riflessioni di una puericultrice.

La nascita di un bambino, rappresenta un evento cruciale nella vita dell’essere umano perché è una delle situazioni in cui è richiesto un grande sforzo per integrare e armonizzare un progetto comune.

Infatti molto spesso i neo genitori vivono il rientro a casa dalla nursery, con una leggera ansia, perché se è vero che oggi si hanno a disposizione più mezzi per venire a conoscenza delle cose, è altrettanto vero che  si trovano da soli ad affrontare questi momenti. E’ mettere in pratica tante teorie diverse non è sempre cosi semplice.

Cercare sul web la soluzione a piccole criticità inoltre, non fa che aumentare le incertezze di mamma e papà in quanto è possibile imbattersi in milioni di teorie e scuole di pensiero che anziché aiutare creano ulteriore confusione.

Ma che cosa serve realmente al rientro a casa?

È consigliabile durante gli ultimi mesi di gravidanza, stilare un elenco di accessori ed ausili che possano essere di utilità. Un esempio? Materassini ergonomici, tutine contenitive, fascia porta bebè. E poi ancora pannolini, termometri, garze, saponi.

Poi bisogna studiare la soluzione migliore per accogliere il lettino o la culla del piccolo con un certo anticipo. Questa azione regala una tranquillità e sarà sicuramente utile per l’organizzazione della casa.

Infatti il primo anno di vita si consiglia di tenere il bimbo nella stessa stanza dei genitori, sia per facilitare l’allattamento al seno sai per questioni di sicurezza. Soprattutto in un ottica di prevenzione della Sids (Sudden infante syndrome).

ALLATTAMENTO

Durante la degenza, il personale sanitario inviterà la neo-mamma ad attaccare al seno il neonato affinché l’allattamento avvenga precocemente e senza grossi intoppi.

Tuttavia spesso può capitare che alla dimissione l’allattamento non sia ancora del tutto avviato, ed una volta a casa, questi problemi tendano ad essere enfatizzati. Tutto questo naturalmente causa delle grosse frustrazioni alla neo-mamma.

Avere accanto a se persone di riferimento, che siano familiari o professionisti, agevola ed aiuta in questa delicata fase della vita della nuova triade. È giusto che la coppia di neo-genitori sia consapevole che la scelta della modalità di allattare il proprio neonato sia esclusivamente loro e che niente e nessuno debba interferire. Allattamento al seno o no, ciò che conta è che mamma e papà vivano questi giorni in modo sereno.

SUPERMAMMME? NO GRAZIE

È sempre consigliabile infatti accettare tutti gli aiuti possibili siano essi più pratici (fare la spesa, cucinare, riordinare casa ) per fare in modo che la mamma recuperi le forze e si dedichi alla cura del piccolo.

Il ruolo del papà è di vitale importanza in questo delicato momento.

In ogni cultura infatti l’evento nascita si realizza seguendo regole che si trasformano con il tempo. L’attesa segna in modo indelebile entrambi i genitori attivando profondi cambiamenti nelle personalità della coppia e nella costruzione delle relazioni.

La percezione del cambiamento che avviene nel menage familiare è assolutamente normale. Un nuovo essere umano è entrato a far parte della vita ed è anche naturale vivere questi primi giorni con un attimo di smarrimento, perché si tratta di un momento transitorio ed assolutamente fisiologico che non bisogna temere. Si tratta solo di trovare il nuovo baricentro.

COSA POSSIAMO FARE PER GESTIRE IL NUOVO ARRIVATO?

Il neonato vive per 9 mesi all’interno del grembo materno, avvolto da una serie di ‘sicurezze ‘ che perde nell’esatto momento in cui viene dato alla luce. Abbandona quella fase di ‘endogestazione’ per entrare nella successiva di ‘esogestazione’ e che durerà altri 9 mesi, in cui tutto il suo essere deve far fronte alla nuova vita e a questa ci si deve adattare.

Nella fase di esogestazione il neonato deve essere in grado di: alimentarsi, mantenere la temperatura corporea, autoconsolarsi, addormentarsi nonostante la temperatura esterna sia variabile, nonostante ci siano stimoli luminosi o sonori. Insomma, un mondo diametralmente opposto a quello appena lasciato.

Ecco che in questa fase, tanto più si è in grado di riprodurre l’ambiente a lui noto, tanto più sereno e fisiologico sarà l’adattamento neonatale.

Wrapping e nido nel luogo in cui dorme ( sempre nel rispetto delle norme anti sids) sono degli ottimi escamotage per agevolare il piccolo nella fase di adattamento.

Come ultimo ingrediente si può aggiungere il riscoprire e riscoprirsi nel proprio istinto di genitore. Mettere al mondo un figlio è un evento fisiologico nella vita dell’essere umano. Imparare a gestirlo correttamente invece implica una serie di conoscenze e competenze che richiedono fatica e dedizione e tanta pazienza.

Questi tre elementi, uniti alla voglia di crescere ed evolversi insieme al proprio figlio, sono le basi della costruzione dei rapporti tra mamma papà e bambino che non potranno che dare grandi soddisfazioni.

Silvana Parisi – Puericultrice

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