Che cos’ è il ritardo del linguaggio?
Lo sviluppo del linguaggio verbale si realizza mediante il raggiungimento di alcune tappe evolutive fisiologiche ed universali.
Elenchiamo di seguito le principali:
• 6-9 mesi: comparsa della lallazione;
• 9-12 mesi: comparsa dei gesti comunicativi (es. indicare, chiedere);
• 12-18 mesi: comparsa delle prime parole;
• 18 -24 mesi: esplosione del vocabolario ( il b.no arriva a conoscere 200 parole c.ca);
• 24-36 mesi: arricchimento del vocabolario (500 parole c.ca) e comparsa delle prime frasi;
Il disturbo o ritardo di linguaggio si manifesta in quei bimbi che subiscono un rallentamento nella maturazione di tali competenze. Nella pratica clinica questi bambini sono definiti “late talkers”, ossia parlatori tardivi.
Quando è importante agire?
E’ essenziale prestare attenzione, già a partire dai 2 anni, ad alcuni segnali che potrebbero aiutarci nell’individuzione precoce di eventuali difficoltà:
• 6-9 mesi: assenza di lallazione;
• 9-14 mesi: assenza o scarso utilizzo dei gesti comunicativi;
• 14-18 mesi: vocabolario inferiore alle 20 parole;
• 18-24 mesi: vocabolario inferiore alle 50 parole;
• 24-36 mesi: assenza di frasi;
Se noti nel tuo bambino uno di questi indicatori, è bene che tu ti rivolga ad uno specialista per attuare un intervento precoce e mirato.
A chi rivolgersi?
Il Neuropsichiatra Infantile e il Logopedista sono i professionisti che si occupano di tali difficoltà; attraverso osservazioni del bambino, valutazione del linguaggio e colloqui con i genitori avranno gli strumenti per comprendere se è necessario attivare un piano terapeutico di stimolazione oppure un semplice monitoraggio.
Bisogna considerare, infatti, la grande variabilità interindividuale e la possibilità che un bimbo rientri, linguisticamente parlando, in quella categoria definita “late bloomers” ossia “sbocciatori tardivi”.
Questi bambini, entro i 4-5 anni, recupereranno la loro competenza linguistica al pari dei coetanei “parlatori tipici”, senza ripercussioni sul processo di alfabetizzazione e di apprendimento.
Perché è importante intervenire precocemente?
L’ intervento precoce è fondamentale, in quanto solo una parte di questi bambini recupererà spontaneamente la competenza linguistica, mentre una grande fetta rimarrà indietro rispetto ai coetani; il ritardo di linguaggio potrebbe tramutarsi in un disturbo specifico di linguaggio (DSL).
Inoltre, è stato ampliamente dimostrato che bambini parlatori tardivi hanno un maggior rischio di confusione nel processo di alfabetizzazione e potrebbero manifestare disturbi di apprendimento nel loro percorso scolastico.
Le pregresse difficoltà di linguaggio possono, quindi, evolvere in altri disturbi che rischiano di protrarsi fino all’età adulta, con un impatto emotivo forte e destabilizzante. Intervenire entro i primi anni di vita permette di agire in una fase in cui il cervello del bambino è plastico, dunque incline ad accogliere le giuste stimolazioni linguistiche e a modificarsi di conseguenza.
Purtroppo, dopo questa finestra temporale, alcune difficoltà sono già strutturate e diventa estremamente difficile correggere il tiro.
Dunque, la precocità dell’intervento appare fondamentale sotto molteplci aspetti: per una maggiore efficacia terapeutica in termini di tempo e risorse, per un’evoluzione positiva del disturbo e, dulcis in fundo, per preservare l’autostima dei nostri bambini, futuri adulti!