Come si presenta la stitichezza nel bambino? Quando possiamo parlare di bambino stitico? Come possiamo intervenire?
Vediamolo insieme in questo articolo scritto per noi dal dott. Salvatore Gullotta, Gastroenterologo Pediatrico.
Con stitichezza, o stipsi, intendiamo un’alterazione dell’alvo che presenta più aspetti spesso presenti insieme: ridotta frequenza delle evacuazioni nella settimana, episodi di incontinenza fecale in bambini che hanno già acquisito il controllo sfinterico, ritenzione, presenza di feci dure con emissione dolorosa, evacuazione con feci voluminose o a pallini, ingombro fecale rettale.
La definizione di stitichezza nei bambini può essere quindi intesa in termini quantitativi (tempo intercorrente tra le evacuazioni) che qualitativi (quando ci si trova in presenza di difficoltà di evacuazione, e/o evacuazione incompleta).
Al fine di comprendere meglio la normalità e di semplificare, orientativamente, il range del numero di evacuazioni può essere il seguente:
- un lattante nei primi 3 mesi di vita dovrebbe scaricare dalle 5 alle 40 volte alla settimana
- -un bambino di 2-3 anni dalle 4 alle 21 volte alla settimana
- dopo i 3 anni normalmente da 1 a 2 evacuazioni al giorno.
La stitichezza nei bambini può essere causata sia da una ridotta funzione propulsiva di tutto il colon che si traduce in un rallentamento della spinta delle feci verso il retto, che da un ostacolo della fase espulsiva.
Perché i bambini sono stitici?
Ci sono molte ragioni che causano la stitichezza nei bambini, e possono variare in base all’età. Senza dover entrare nel merito di patologie particolari, definiamo qui di seguito le principali cause di stitichezza per fascia d’età.
La stitichezza nel lattante e nel bambino fino a un anno
Per i bambini fino all’anno di vista, la stitichezza può essere causata da uno o più fattori che agiscono, da soli o in modo combinato:
- dischezia
- passaggio dal latte materno al latte formulato
- divezzamento
Con il termine di dischezia si intende una defecazione difficoltosa o dolorosa: essa è un disordine funzionale dell’apparato gastrointestinale. Come tutti i disordini funzionali si manifesta con una serie di sintomi variabili a carico dell’apparato intestinale che non trova spiegazione in alterazioni strutturali o biochimiche.

La dischezia si manifesta in modo abbastanza comune nel lattante sano fino a sei mesi di età.
Gli episodi si riconoscono dal tentativo doloroso di evacuare, che si manifesta con pianto, rossore in viso e pianto prima di una defecazione con feci morbide. Vi può essere più di un episodio nella stessa giornata Si ipotizza che possa essere dovuta ad una immaturità funzionale che determina un’incoordinazione tra la pressione intraddominale e il rilassamento del pavimento pelvico.
Dato che per defecare è necessario un aumento della pressione intraddominale e un contemporaneo rilassamento del pavimento pelvico, si pensa che il bambino non sia capace di coordinare queste due funzioni: il pianto disperato del bambino, inoltre, aumenterà la pressione intraddominale, peggiorando così il problema. Alla base del fenomeno non vi è alcun problema organico, e il disturbo si risolverà generalmente nei primi mesi di vita.

Il passaggio dall’allattamento materno all’allattamento con formula può provocare una riduzione del numero delle evacuazioni, per la presenza di feci più consistenti. Anche l’introduzione dell’alimentazione complementare può essere causa di stitichezza, in quanto le feci, che diventano più consistenti a seguito dell’introduzione dei cibi solidi, vengono espulse con più difficoltà e possono causare dolore.
Il bimbo, di conseguenza, avvertirà una sensazione nuova durante la defecazione, che potrà risultare fastidiosa o spiacevole. In lui si presenterà il meccanismo di soppressione dello stimolo, con il risultato di favorire l’aumento della massa fecale e la sua consistenza. Le feci dure verranno espulse con più difficoltà e potranno talvolta causare la formazione di ragadi anali, cui seguirà la percezione di dolore e l’instaurarsi di un circolo vizioso.
La stitichezza nei bambini in età prescolare.
Nei bambini di 2-4 anni di età il contenimento volontario delle feci è una delle prime cause di stitichezza. Sino a un certo punto della vita, infatti, quando un bambino ha bisogno di defecare non deve far altro che rilassare lo sfintere anale e il pavimento pelvico e aumentare la pressione addominale. Ad un certo punto però, con la crescita, subentra la necessità di controllare il bisogno di defecare fino a che non si verificano le condizioni che lo permettono.
E’ tra i 18 e i 36 mesi, infatti, che bambini imparano a restare asciutti e a non sporcarsi, seguendo un processo graduale in cui è fondamentale che le informazioni non siano imposte e si accompagnino a meccanismi di gratificazione, mai di punizione.
Un’educazione al vasino inadeguata, coercitiva e poco attenta può essere causa di stitichezza anche in bambini con alvo in precedenza assolutamente normale.
L’importanza di un corretto accompagnamento al vasino.
Durante il periodo di apprendimento all’uso del vasino circa il 20% dei bambini rifiuta di defecare, mentre un quarto di questi può andare incontro a una stitichezza funzionale con necessità di intervento terapeutico, perché il rifiuto persiste oltre i quattro anni di età o perché si associa a manovre di ritenzione delle feci.
In situazioni di questo tipo i genitori dovranno evitare i rimproveri aspri, bensì aiutare il bambino a mantenere un ritmo di defecazione adeguato.

Quando si parla di ritenzione volontaria delle feci?
La ritenzione volontaria ha inizio nel momento in cui il bambino ha timore di defecare a causa della presenza di feci voluminose, che provocano dolore durante la fase espansiva. A questo punto il pavimento pelvico, invece di rilassarsi si contrae, le pareti interne del retto si allargano per contenere le feci e il bisogno di defecare diminuisce per poi scomparire. Con il passare del tempo il passaggio frequente di feci voluminose e secche potrà provocare non solo dolore, ma anche lacerazioni anali.
Queste fissurazioni aumentano il dolore del bambino e possono sanguinare aumentando la preoccupazione dei genitori. Il bambino avrà così paura di defecare ed eviterà di farlo, innescando in questo modo un circolo stipsi-dolore-stipsi.
La stitichezza nei bambini in età scolare
In età scolare la stipsi è quasi sempre causata dalla necessità di trattenere le feci perché il bambino si trova in situazioni in cui non si sente a proprio agio: a scuola, nei bagni pubblici, in campeggio, in viaggio.
Il bambino fatica a rilassarsi e a scaricarsi in un luogo che non sia l’ambiente domestico.
A volte la stitichezza può subentrare dopo malattie prolungate (anche la febbre protratta), a causa dell’assenza di attività fisica o gioco libero per un periodo relativamente lungo.

La stitichezza nei bambini può essere collegata a fattori psicologici?
Sì, talvolta la stipsi può essere correlata a fattori psicologici, per esempio:
- L’inserimento a scuola con il passaggio dal gioco all’impegno di studio
- Una diversa percezione che il bambino ha di sé con la crescita
- Esperienze stressanti in famiglia o conflitti ripetuti con i coetanei
Questi fattori possono provocare una stipsi funzionale.
Purtroppo, una stipsi funzionale può anche essere dovuta a maltrattamenti o abusi. Questa possibilità va considerata soprattutto se la stipsi è particolarmente ostinata ed è insorta in maniera improvvisa in bambini grandicelli.
La stipsi nel ragazzo adolescente
A questa età la stipsi è maggiormente correlata ad un’alimentazione scorretta: poche fibre e poca acqua, oppure allo stile di vita: sedentarietà, poca attività fisica.
La stipsi funzionale può anche associarsi alla sindrome dell’intestino irritabile.
Stitichezza nei bambini, cosa fare?
Ecco i rimedi consigliati e i falsi miti collegati alla stitichezza nel bambino.
Si è assolutamente normali anche se non si evacua ogni giorno. L’importante è emettere feci di normale consistenza e di volume adeguato in modo da sentirsi bene dopo la defecazione, anche se questa avviene a giorni alterni.
- La stipsi è un disturbo ad andamento mediamente cronico, ma pur sempre curabile e modificabile.
- La stitichezza può essere aiutata ma non risolta con le sole supposte o i microclismi di glicerina.
- Parimenti anche i lassativi non sono la soluzione più efficace al problema.
- L’invito a bere più acqua per migliorare la stipsi è parzialmente vero. Può avere una maggiore efficacia se si beve di più durante i pasti
- Frutta e verdura a volontà non migliorano il quadro. Alcuni tipi di frutta tipo kiwi, mango, ananas o i succhi di frutta tropicali possono invece avere un certo effetto positivo sulla stitichezza.
- I clisteri e l’irrigazione del colon non sono un modo efficace per prevenire o curare la stitichezza.
- Lo sport, l’attività fisica, la vita all’aria aperta, il sonno regolare possono migliorare la stitichezza.
- L’eliminazione di conflitti o disagi psicologici è determinante sul problema.
In conclusione: per curare la stipsi bisogna essere adeguatamente informati per non alimentare falsi allarmismi, cercando prima di tutto di capire le cause e individuare i giusti approcci terapeutici per ogni fascia di età del bambino.
Se il tuo bambino è stitico, se hai dubbi o se hai il sospetto che qualcosa non vada puoi chiedere il consulto del dott. Salvatore Gullotta attraverso la nostra piattaforma